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giovedì 29 gennaio 2009

La crisi genera paura o la paura genera crisi?

Dopo un lungo periodo di assenza dal blog, me ne torno con una divagazione, un po' alla Gigi Marzullo, sulla paura e sulla crisi.
E' la crisi che genera paura o la paura che genera la crisi?
Non è forse vero che la paura genera immobilsmo?
Nel timore, la scelta che sembra meno pericolosa è quella che implica sempre il minor dispendio di energia: cioè il non fare.
E' l'archetipo Junghiano che riemerge, chiamiamolo istinto o memoria collettiva che sia, ma il risultato non cambia. Quando abbiamo paura il bambino che è in noi si richiude su se stesso per tornare in posizione fetale e resta immobile, in attesa.
Ma in attesa di cosa? Di nulla, semplicemente in attesa che passi. Col tempo e l'immobilità la percezione del pericolo svanisce ed allora riprendiamo a comportarci secondo logica, consciamente.
E' un istinto naturale, inconscio.
Ma come imprenditori, quando adottiamo questo tipo di difese, allora sì che rendiamo il pericolo reale e concreto.

E' fuori dubbio che oggi l'economia mondiale stia attraversando un periodo "ristrutturante" di crisi (da Krisis).
Non so che visione abbiate voi della crisi, e quanto possa farvi paura (quindi quanto vi renda immobili), ma la sociologia mi ha abituato a vedere le crisi come "perturbazioni" all'interno di un sistema, come meccanismi che portano inevitabilmente ad un cambiamento.
Ora, secondo voi, in un momento di forti (o piccoli) cambiamenti, qual'è la cosa migliore da fare?
Restare immobili spettatori o adoperarsi per capire in quale direzione stanno avvenendo i cambiamenti e magari riuscire a gestire i propri?

L'anno nuovo è iniziato da poco, ed è tradizione per molti di noi confrontarsi con amici e colleghi per stendere un bilancio dell'anno passato e valutare le prospettive per l'anno che verrà.
Se l'avete fatto anche voi, che quadro avete dipinto per il 2009? Avete usato tinte fosche dipingendo paesaggi nebulosi ed inquietanti, oppure vi è uscito un bel quadretto ricco di colori vivi e vario nelle forme?
Vi pongo la domanda sotto un'altro punto di vista: siete pronti a giustificare un calo nelle vendite del 2009, oppure avete aumentato il budget e rilanciato con nuovi progetti?

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