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domenica 16 dicembre 2007

Open Source, Brand o Home Made?

Scegliere un progetto con sorgenti aperti, acquistare un prodotto commerciale o sviluppare in casa qualcosa?
Già sapete la risposta: non esiste una sola risposta.
Ma, sofismi a parte, una cosa è certa: i costi ed i tempi si equivalgono quasi sempre.
Detta così, può sembrare una provocazione, ma forse ...

Certo, sono tre soluzioni apparentemente agli antipodi, una sorta di triangolo delle Bermuda del Project Management che divora le risorse di chi, incautamente, ci si avventura.
Tre strade destinate a non incontrarsi mai?

Come decidere quale strada prendere?
"Oscura è la via che conduce alla saggezza", ma molto ben illuminata quella che porta al baratro delle opere incompiute.
Innanzi tutto occorre decidere razionalmente, e soprattutto in funzione di reali esigenze.
Ed è qui che vi voglio! Quante volte avete preso una decisione sul come affronare un progetto credendo di conoscerne gli obiettivi e vi siete poi ritrovati a metà del guado completamente disorientati?

  1. Gli obiettivi sono chiari?
  2. Esiste un'analisi funzionale?
  3. Esiste un'analisi dei processi?
  4. E' possibile imbastire una simulazione per ogni singolo processo?
Se avete risposo di sì a tutte le domande:
a) vivete nel paradiso dei Project Manager
b) siete stati un po' impulsivi
c) siete degli ottimi commerciali

Sicuramente è facile dirvi come fare la scelta sbagliata:
  1. agite d'impulso sull'onda dell'entusiasmo di qualche demo commerciale
  2. affidatevi a consulenti aziendali che non siano tecnici con un'esperienza rilevante
  3. scegliete facendo la conta (ambarabba cicci coccò, tre civette...)
  4. imponete la vostra decisione senza coinvolgere il personale operativo
  5. date ascolto alle "sirene" (quelle di Ulisse) e fatevi illudere che quello che vi serve è compreso nello standard, costa poco o nulla e si ottiene in pochi mesi
A questo punto, una volta "smarrita la retta via", siccome qualche anima pia potrebbe ancora ricondurvi ad un insperato successo, dovrete:
  1. affidare eventuali implementazioni a personale improvvisato, inesperto e possibilmente in stage
  2. affidare a studenti universitari neo-laureandi l'implementazione (valida alternativa al punto 1)
  3. variare in corso d'opera gli obiettivi consolidati, e possibilmente aggiungerne di nuovi
  4. coinvolgere il personale impegnato nell'implementazione in nuovi progetti, e possibilmente variarne le priorità acquisite
  5. interrompere il processo di implementazione, per poi riprenderlo dopo alcuni mesi
  6. delegittimare il Project Manager
  7. dispensare colpe sfruttando il principio euristico della "roulette russa"
  8. dispensare lodi sfruttando i principi base della fisiognomica
  9. continuare ad ascoltare le "sirene" (ancora quelle di Ulisse) che vi sviolinano all'orecchio dolci melodie
Scherzi (o quasi) a parte, se davvero volete evitare il baratro delle opere incompiute, dovete almeno soffermarvi a valutare pro e contro di ogni soluzione.

Open Source: Riveste una grande attrattiva per il fatto che i sorgenti del software vengono messi a disposizione di tutti, ed è idea comune (ma sbagliatissima) che gli investimenti siano molto inferiori.
Innanzi tutto cosa ve ne fate dei sorgenti se non avete il personale in grado di gestirli (vi garantisco che per conoscere a fondo un progetto di medie dimensioni scritto da altri occorrono mesi, molti mesi e molta dedizione). E se avete il personale, siete proprio sicuri che convenga investire mesi nell'acquisire quelle conoscenze?
Poi, secondo voi, come credete campino gli sviluppatori di progetti Open Source? Non di consulenze?

Brand: Il luogo comune è che il prodotto commerciale è standard, e senza troppi sforzi è possibile essere operativi nel brevissimo periodo.
Beh, mi dispiace deludervi anche in questo caso, ma Babbo Natale non esiste.
L'operatività del brevissimo periodo si ferma al doppio click sul file "Setup.exe".
Se poi il brand di cui parliamo è una multinazionale leader di mercato, allora state freschi e siete appena caduti in uno dei tanti trabocchetti del loro ottimo ufficio Marketing.
Parole come standard, scalabile, semplice, integrabile, sono solo chimere. Sono un veleno che il mercato vi stà facendo scivolare nell'orecchio, mentre le "sirene" (sì, sempre quelle di Ulisse) vi distraggono con mirabolanti giochi di prestigio.

Home Made: In genere siamo convinti che i prodotti fatti in casa siano una via senza ritorno. E questo è vero se non disponiamo del personale adeguato, o se ci affidiamo all'illusione dello "stagista" miracoloso (anche qui vale il discorso fatto in precedenza su Babbo Natale).
Di sicuro avrete un prodotto "su misura", o come un buon abito di alta sartoria, o come un bel manufatto di tradizionale falegnameria.

Allora, siete ancora convinti che si stia parlando di tre strade completamente differenti?
La verità è che le grosse fregature si nascondono dietro ai luoghi comuni e che le "sirene" (questa volta non quelle di Ulisse) generalmente non lasciano presagire nulla di buono.

P.S.
Per chi fosse interessato ad approfondire il discorso delle "sirene" (quelle di Ulisse)

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