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martedì 8 luglio 2008

Reputazione 2.0: tra il dire e il fare...


Reputazione 2.0, o se preferite gli inglesismi: Reputation 2.0.
Tra le tante buzz-word che impazzano oggi sul web, questa non c'è.
O meglio, c'è ma è poco abusata.
Ma state pur tranquilli che presto ne sentirete parlare fino ad averne la nausea.
Il concetto è elementare: volenti o nolenti, tutti abbiamo una reputazione.
La "reputazione" è, detto in parole povere, quello che gli altri dicono di noi.
E' un concetto "sociale", quindi legato al rapporto con gli altri.
Il concetto di "reputazione" è strettamente legato al concetto di "identità" (inteso come riconoscimento sociale e condiviso).

Il concetto di fondo è: non siete voi (o noi) a decidere della vostra reputazione, anzi siete l'ultima persona a cui eventualmente chiedere.
Ora, aprite Google e cercate di capire cosa pensa il web di voi.
Evitate i vostri siti istituzionali, anche se contribuiscono alla reputazione, e concentratevi sui blog, sui forum, sui newsgroup e sulle reti sociali.
Se avete effettuato la ricerca, vi renderete conto che non c'è modo per "pilotare" la vostra reputazione sul web 2.0.
O forse sì.
Certo è che società come "Tiger Two", "Distilled" e "Reputation Defender" ci provano (con costi fino a 400.000 euro l'anno). Se siete Kate Moss, rivolgetevi pure a loro.

Come si ripulisce la reputazione su internet?
Si usano tecniche simili al S.E.O., pubblicando tante pagine e commenti positivi sui vari siti di commenti e su social network.
No, non verrà eliminato nessun blogger :)

Funziona?
Solo se siete Kate Moss ;)
Purtroppo per le imprese non funziona proprio allo stesso modo.
O meglio, potete spendere per ripulire una cattiva reputazione, ma se continuate a "comportarvi male" servirà a poco.

Per ora vi lascio con questo tarlo....

1 commento:

  1. coi soldi si compra tutto...anche una reputazione, e allora? abbiamo scoperto l'acqua calda?
    bt per showfarm.com

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