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mercoledì 19 novembre 2008

Strumenti per l'Enterprise 2.0: Il Corporate Blog (Seconda Parte)

Nel post precedente ho trattato il concetto di corporate blog da vari punti di vista (la piattaforma, i contenuti, la forma, ecc..).

Rileggendolo, però, mi sono reso conto che non risulta chiaro il "cosa non si dovrebbe fare in un corporate blog".
Non ho affrontato prima l'argomento perchè è molto soggettivo, opinabile, e contestualizzato agli obiettivi del blog.
Mi spiego meglio.
Se il nostro obiettivo è quello di creare un canale di news aziendali (cioè istituzionali), allora le riflessioni che seguono non hanno alcun significato. Se invece il nostro obiettivo è quello di avviare una conversazione con i nostri lettori, coinvolgerli e renderli partecipi, allora conviene fare una breve riflessione.

Quali errori evitare in un Corporate Blog?
  1. Non definire con chiarezza il target di riferimento: Innanzi tutto occorre definire il nostro target. Sesso, età, livello di istruzione, settore professionale, ecc.. Meglio definiamo il profilo dei nostri lettori e meno problemi avremo poi nella definizione degli obiettivi e del piano editoriale. Cerchiamo di dipingere il ritratto del nostro "lettore tipo". E' un imprenditore? E' un operaio? E' uno studente? E una casalinga o una manager? Un professionista? Cosa legge? ecc... (piu' domande vi fate e meglio è).
  2. Non definire con chiarezza gli obiettivi: Cosa vogliamo ottenere dal nostro blog? Cosa pensiamo di offrire ai nostri lettori? Come pensiamo di coinvolgerli? Desideriamo mantenere un certo distacco? Oppure, desideriamo coinvolgerli, appassionarli, farli riflettere? Ci interessa solo il lato S.E.O. del blog?
    Cerchiamo di chiarire bene cosa vogliamo ottenere dal nostro blog aziendale.
  3. Crearsi aspettative incoerenti con gli obiettivi: Se la nostra idea di corporate blog è quella di un freddo "canale informativo", allora non dovremmo aspettarci coinvolgimento e partecipazione, ma neppure un interesse eccessivo da parte dei nostri lettori (il sito istituzionale fa già lo stesso lavoro). Quando si decide di essere formali e distaccati, non ci si può aspettare troppa empatia da parte dei nostri interlocutori.
  4. Utilizzare il blog come sito web o portale: Il blog non è il nostro sito aziendale e neppure un social network o un forum. Il blog è solo un blog, con tutti i limiti tecnologici della piattaforma. Prima di affrontare l'avventura del "corporate blog", cerchiamo di capire se è la piattaforma giusta per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati (vedi punto 2).
  5. Porre vincoli in contrasto con gli obiettivi: Se il nostro obiettivo è coinvolgere i lettori, spingerli a partecipare e commentare i nostri post, rispondere con altri post su altri blog, segnalare i nostri post ad amici e conoscenti, allora dobbiamo stare molto attenti a non porre troppi vincoli "istituzionali" al nostro corporate blog. Qui entra in gioco il concetto di paura. Paura di sbagliare, paura di dire troppo, paura di esporsi, paura di decidere, paura di essere fraintesi, paura della paura. E' normale avere paura quando si affrontano attività nuove e sconosciute, ma un eccesso di prudenza può allontanarci di molto dai nostri obiettivi.
    Vi faccio un piccolo esempio pratico, considerando come obiettivi quelli appena citati:
    * Nascondere l'autore o gli autori: Quando leggete un blog, non vi interessa sapere chi stà scrivendo? Se volete postare un commento, a chi lo indirizzate, all'azienda? Secondo voi è piu' facile sentirsi coinvolti in una conversazione con "un'entità istituzionale" come l'azienda o con una persona in carne ed ossa (con profilo pubblico corredato di foto).
    * Parlare in quarta persona: Nascondere gli autori rende il corporate blog anonimo e non facilita certo il coinvolgimento del lettore. Se poi si parla anche in quarta persona, allora abbiamo aggiunto un ulteriore nota di distacco al nostro "blog anonimo". Chi avrà mai il coraggio di commentare un post scritto da chi si da del "NOI"? Mette un po' in soggezione, non credete?
    * Mettere il veto su post di altri autori o blogger: Parliamo di un corporate blog, e quindi direi che non fare pubblicità gratuita alla concorrenza è sempre una buona pratica. Ciò non toglie che se reperite in rete del buon materiale, anche se prodotto da concorrenti, non possiate permettervi il lusso di citarlo. Onorare gli eroi, anche quelli avversari, è pratica antica e non nuoce certo alla vostra immagine, anzi.
Per ora mi fermo qui. Spero di avervi dato modo di riflettere e l'opportunità di evitare che il vostro corporate blog faccia la fine dell'autobus nella foto.
Vi lascio con una domanda: da un blog preferite sentirvi dare del "VOI" o del "TU"?
Ti lascio con una domanda: da un blog preferisci sentirti dare del "VOI" o del "TU"?
Che effetto fa?


Vedi anche:
Strumenti per l'Enterprise 2.0: le Mappe Concettuali
Strumenti per l'Enterprise 2.0: Il Corporate Blog

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